Origami

 

Breve storia dell’origami

 

Origami è una parola di origine giapponese che significa “piegare la carta” o “carta piegata”, secondo il contesto della frase in cui viene usata, e indica una tecnica che permette di realizzare figure e forme di ogni tipo mediante la piegatura di uno o più fogli di carta.

La storia dell’origami comincia probabilmente con l’invenzione della carta, che si fa risalire ufficialmente al 105 d.C. in Cina. Il nuovo materiale aveva, fra i suoi innumerevoli pregi, quello di poter essere piegato e ripiegato senza strapparsi e di “mantenere la piega”.
L’origami potrebbe essere nato allora, ma non esistono notizie precise; occorre aspettare il 610 d.C., allorché un monaco buddista portò la tecnica per la fabbricazione della carta in Giappone.

Nonostante la rapida diffusione della fabbricazione della carta, quest’ultima rimase per anni un materiale raro e pregiato, il cui uso era riservato alle cerimonie religiose o ad altre occasioni importanti. La carta non veniva usata per realizzare “modelli” come li intendiamo oggi, bensì per creare figure astratte aventi un significato simbolico e rituale, seguendo rigide regole formali note a pochi specialisti.

Uno degli esempi più antichi risale al periodo Heian (794-1185 d.C.). Si tratta di un foglio di carta pieghettato, con il quale si copriva la bottiglia del sakè posta sull’altare come offerta propiziatoria durante le cerimonie religiose.

Allo stesso periodo risalgono i modelli stilizzati che rappresentano una farfalla maschio (o-cho) e una farfalla femmina (me-cho). Essi si applicavano al collo di due bottiglie di sakè usate per un particolare rito augurale durante le cerimonie nuziali Shinto (usanza tuttora seguita).

La figura più importante del periodo Kamakura (1185-1333 d.C.) è il noshi. Il nome è un’abbreviazione di noshi-awabi, una striscia di carne di mollusco marino seccata al sole.

Non si conosce quale fosse il suo significato originale, probabilmente l’offerta di tale cibo era un augurio di buona fortuna, grazie alla sua importanza alimentare nel Giappone medievale. E’ da notare che il noshi, a differenza di altri modelli tradizionali, si ottiene mediante semplice piegatura, senza ricorrere a tagli. Questa tendenza, in seguito, diventerà predominante nell’origami cosiddetto “moderno”.
Le tecniche per piegare le varie figure vennero tramandate oralmente di generazione in generazione fino all’inizio del XVIII secolo, quando pare siano apparsi i primi libri con istruzioni di piegatura. Il repertorio, però, non variava molto. Venivano pubblicati soprattutto modelli ripresi dalla tradizione orale (gru, rane, stelle, scatole, bamboline, decorazioni), riportandone gli schemi di piegatura senza alcuna innovazione.
Le pieghe, relativamente semplici e facili da memorizzare, permettevano la realizzazione di soggetti stilizzati ed essenziali.

A cavallo tra il XVI e il XVII secolo la piegatura della carta è conosciuta anche in Europa, in particolar modo in Spagna e in Italia. Proprio nel nostro Paese, in quegli anni, si sviluppò un particolare tipo di plissettatura utilizzata per la piegatura di salviette e tovaglioli per impreziosire le tavole del Rinascimento.
Figure di carta piegata venivano anche usate dai prestigiatori per stupire l’ingenuo pubblico di allora. Tipica del 1700 è la routine nota come “Il ventaglio magico”: una larga striscia di carta pieghettata a fisarmonica nei due sensi che, sapientemente manipolata, dava magicamente origine alle più svariate figure.

A partire dal XIX secolo l’origami si è sviluppato anche in senso creativo, con l’elaborazione di forme più moderne che portano a estremi livelli di raffinatezza e di complessità le semplici regole basilari dei modelli classici.
Grandi maestri giapponesi, ma anche origamisti occidentali, fanno dell’origami una forma d’arte con cui dare una nuova dimensione alla propria creatività.
Grazie alle numerose Associazioni Internazionali che raccolgono appassionati di tutti i paesi, il “saper piegar carta” sta avendo in questi ultimi anni una diffusione sempre maggiore nel mondo.

In Italia opera il CENTRO DIFFUSIONE ORIGAMI che, dal 1978, si propone di propagandare la conoscenza e la pratica di quest’arte, riconoscendo in essa uno strumento educativo di grande efficacia per sviluppare il senso estetico, la precisione e l’abilità manuale.

 

Fonte

Wikipedia

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